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Achim von Arnim, Isabella d’Egitto

Scheda editoriale
Achim von Arnim, Isabella d’Egitto
Einaudi, Torino, 1972. – XV-136 pp.;
19,5×11,5 cm. – (Centopagine, 15); 1 ed.
Traduzione di Rosa Spaini
Nota introduttiva di Claudio Magris seguita da Nota Bio-bigliografica
Brossura
Alla quarta di guardia anteriore: Centopagine / Collezione di grandi narratori / diretta da Italo Calvino
Alla quarta di guardia posteriore: Nome della collana e titoli pubblicati
Al dorso: numero d’ordine, logo della casa editrice, autore, titolo
Responsabilità grafica non indicata [Bruno Munari]
Stampa: 8 luglio 1972
Stampatore: Officina Grafica Artigiana U. Panelli
© 1943 Giulio Einaudi editore S.p.A.
Per la nota introduttiva © 1972 Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino
Titolo originale: Isabella von Ägypten, Kaiser Karls des Fünften erste Jugendliebe

La storia editoriale

Storia editoriale
Racconto fantastico, tra i più riusciti prodotti del romanticismo russo per la costruzione narrativa e i precisi rimandi al repertorio popolare tedesco, la favola Isabella d’Egitto. Primo amore di Carlo V dello scrittore Achim von Arnim fu pubblicata in Germania per la prima volta nel 1812.

Sconosciuto in Italia fino agli anni quaranta del Novecento, si deve a Einaudi la prima traduzione italiana del romanzo breve con protagonista la bella principessa degli zingari. Pubblicato nel 1943, all’interno della collana “Universale Einaudi” con la traduzione di Rosa Spaini, il testo verrà riproposto quasi trent’anni dopo, nel 1972, nella stessa traduzione, da Italo Calvino per la collana “Centopagine” da lui diretta.

Quindicesimo titolo della serie, Isabella d’Egitto si inserisce nel filone fantastico ottocentesco già rappresentato dal testo ibrido Storia di un fannullone, metà in prosa e metà in versi, di von Eichendorff, anch’egli poco fortunato in Italia, e negli anni successivi continuato da La principessa Brambilla e Gli elisir del diavolo di Hoffmann o Spirite: novella fantastica di Théophile Gautier.
Novità dell’edizione “Centopagine” sono l’introduzione a cura di Claudio Magris e la quarta di copertina anonima, ma di sicura attribuzione a Italo Calvino, dove il direttore di collana esprime un suo personale giudizio critico sulla validità dell’opera, sottolineandone due aspetti «la perfezione della costruzione narrativa e la dovizia e il fascino dei motivi narrativi». Esempio di quella doppia attenzione che Calvino riponeva nei contenuti a sfondo fantastico e nella costruzione del racconto.

Una seconda edizione “Centopagine” sarà data alle stampe nel 1982, mentre due anni dopo, il testo si aggiunge al catalogo della casa editrice Arktos di Carmagnola, che pubblica il racconto con il titolo Isabella d’Egitto principessa degli zingari, con un’introduzione di Claudio Mutti nella collana “Alba d’oro”.

Terzo editore del racconto, alla fine degli anni Novanta, è la Mondadori, casa editrice che lo stesso Calvino disse di aver rifiutato l’autore von Arnim per anni a causa della lunghezza dei suoi testi. Cambio di rotta, nel 1996, anno in cui Isabella d’Egitto entra a far parte della collana “Oscar Classici”, come 381esimo titolo con testo a cura di Marina Bistolfi. Una lunga attesa, ricompensata dall’ingresso in una collana più fortunate e durature della casa editrice. Scelta commerciale o forse ripensamento, dopo secoli di lunga dimenticanza.

[Marta Occhipinti]

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