Non starò a raccontarvi delle storie

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Understanding Media / Pietro Grandi

Futureworld 

di Pietro Grandi

31. Understanding Media, The Extensions of Man

Marshall McLuhan, “Understanding Media, The Extensions of Man”, Signet Books, 1964.

Woody Allen: “Cosa non darei per avere una grande calza piena di merda di cavallo per darla in testa a uno così!”

Un intellettuale: “Ehi, aspetta, questo è un paese libero, posso dire quello che voglio!”

Woody Allen: “Ma tu non capisci niente di Marshall McLuhan!”

Un intellettuale: “Capita che io insegni un corso alla Columbia University che si chiama ‘TV, media e cultura’ quindi penso che la mia visione sul signor McLuhan abbia un certo peso…”

Woody Allen: “Davvero? Davvero? Perché capita che io abbia il signor McLuhan proprio qui, e allora, e allora, lascia che…lascia che…” 

Marshall McLuhan: “Ho sentito quel che ha detto. Lei non sa nulla del mio lavoro. Quel che lei dice vorrebbe dimostrare che il mio intero sofisma era sbagliato. Che lei sia riuscito a farsi assumere per insegnare quel corso è strabiliante.”

Woody Allen: “Se solo la vita potesse essere così…”

(Io e Annie, 1977, Woody Allen)

Medium caldo o freddo? Quali sono le nuove estensioni? McLuhan aveva visto il futuro? Io credo di si. In questo piccolo e succoso libro ci introduce alla nuova era tecnologica, proprio quella in cui stiamo vivendo oggi. Una età di tecnologia e cibernetica che estenderà il nostro corpo umano, allungando il sistema nervoso centrale che coordina i vari media dei nostri sensi in un continuo stimolo.

McLuhan indaga i cambiamenti nella percezione dell’evoluzione dei media dalla cultura della stampa fino alla televisione moderna. L’ambiente dei media nell’era elettronica richiedeva in maniera radicale una nuova pedagogia per aiutare le giovani menti a conoscere queste nuove condizioni. Stewart Brand fu infatti influenzato da questo volume a tal punto che evidenziò all’interno del WEC gli esperimenti dei nuovi media come sensibili al cambiamento culturale, offrendo nuove possibilità di apprendimento per la nuova età elettronica.

L’uomo diviene “l’organo sessuale delle macchine, così come le api lo sono delle piante”, ma soprattutto si fa all’improvviso un nomade che raccoglie continuamente informazioni “libero dalla frammentaria specializzazione come non mai, ma anche coinvolto nel processo sociale come mai prima; poiché con l’elettricità noi estendiamo il nostro sistema nervoso globalmente, interrelazionando subito ogni esperienza umana.”

Questa era non sarà solo tecnologica, ma sarà un’età dell’ansia, vivremo in un villaggio globale immerso di mezzi caldi e freddi dove scomparirà la scrittura a scapito di un nuovo linguaggio e dove le immagini prenderanno il sopravvento rendendo l’uomo un oggetto. La tecnologia in quanto medium influenzerà i modelli culturali della società fino ad inglobarli nella loro struttura senza tempo e spazio.

McLuhan ci svela il nuovo movimento della società futura che si evolve tramite esplosioni ed implosioni di nuove tecnologie e dove noi stessi “indossiamo l’intera umanità come fosse la nostra pelle.”

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[Intento di FN è stato, da subito, quello di costruire archivi; dei fondachi di materiali che trasportassero in rete quel che la rete fa sparire: la carta. C’è una separazione radicale e mal segnata fra il cartaceo e il virtuale. In rete se si cerca la carta non la si trova, si trovano le parole che la carta portava su di sè, ma niente che ci dica dove fossero quelle parole, che aspetto avesse l’oggetto che le conteneva. Chi volesse studiare ora editoria in rete trova ben poco, se non parole, che non bastano. Questa nuova serie, Futureworld, a cura di Pietro Grandi, interpreta al meglio quell’intento che FN insegue da sempre. (N.d.D.) ]

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