08: THOMAS BERNHARD / L’italiano
Thomas Bernhard, L’ITALIANO. Guanda 1981. Prosa contemporanea 8.
Thomas Bernhard, L’italiano, Guanda, Milano 1981. 55 pp.; 20 cm x 12 cm; (Prosa contemporanea 8)
Titolo originale: An der Baumgrenze
Traduzione di Ena Gini
Brossura con bandelle
Alla copertina: Niklaus Stoecklin, Vicolo renano (particolare), 1917.
Stampa: settembre 1981
Stampatore: Edigraf s.n.c. – Segrate (Mi)
Copyright 1969 by Residenz Verlag Salzburg
© 1981 Ugo Guanda Editore S.p.A, via Daniele Manin 13, Milano
Lire: 6.000
Copia in stato mediocre.
[M. M.]
Alla bandella di copertina:
In letteratura gli avvenimenti sono sempre più rari. Ma certo merita questo nome la prima apparizione in Italia di uno scrittore come Thomas Bernhard. In fama (indiscussa) di classico, vive da solitario in un paese di solitudini, l’Austria da dove sono venuti Freud e Musil. Non cela né ostenta la sua nevrosi, protetta soltanto da un vecchio maglione. Descrive da vent’anni, sempre con le stesse parole, le stesse cose. Anzi, la cosa: sé medesimo. Con la morte che gli si arrampica addosso. Un critico ha parlato di «escatologia secolarizzata»: la meditazione estrema, insomma, sugli orli del vuoto lasciato dalla colonna che reggeva il mondo. Senza un’ombra di misticismo, ma registrando da burocrate i progressi quotidiani del male : il vivere che lascia cadere, a poco a poco, le sue motivazioni, l’idea stereotipa, la fissazione che si aggira nel logoro labirinto della mente. I tre racconti presentati qui fotografano dunque l’unica follia senza scampo, quella della razionalità. L’Italiano, crudele indagine dietro le quinte di un funerale di campagna, oppone forestieri a forestieri; Kulterer, rivela, in modo non dissimile, l’alienazione di un carcerato che non ha più carcere; Al limite boschivo, vertiginosa allegoria, dichiara addirittura la reciproca vacuità della vita e della morte, che appaiono entrambe ridotte, in questo «giallo» di montagna, a connotazioni casuali. È importante però intendere che non si tratta mai di invettiva, o di denuncia a carico della diserzione di dio. Di pura cronaca, invece. Dove i fatti sono sempre operati dagli altri, e dove il cronista non sappiamo neppure se ci sia veramente.
Giorgio Cusatelli
Alla bandella della quarta di copertina:
Thomas Bernhard, nato nel 1931, vive a Ohlsdorf, nell’Austria Superiore. Nel 1970 ebbe il Premio Büchner.
La sua opera di narratore, oggetto sin dall’inizio di intensa attenzione da parte dei critici, comprende romanzi e racconti, tra cui: Frost (1963), Amras (1964), Verstörung(1967), An der Baumgrenze(1969), Das Kalkwerk (1970), Midland in Stilfs 0971), Korrektur(1975). Notevoli le prose autobiografiche: Die Ursache(1975), Der Keller (1976), Der Atem (1978), Die Kälte (1980).
Ha scritto anche poesie, e una lunga serie di lavori teatrali, parecchi dei quali presentati al Festival di Salisburgo (a partire dal 1972); di essi è stato detto che «rappresentano le prime commedie tedesche da tempo immemorabile». Der Italienere Der Kulterersono stati rielaborati a sceneggiature cinematografiche dallo stesso Bernhard, rispettivamente nel 1971 e 1974.