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Simone Signoret, LA NOSTALGIA NON È PIÙ QUELLA DI UN TEMPO. Mancanze: 1, di Giacomo Giossi

Giacomo Giossi / Mancanze / 2


La nostalgia non è più quella di un tempo. Simone Signoret, Einaudi 1980

Mancanze, di Giacomo Giossi. 1

Giacomo Giossi / Mancanze / 2

Più che un’autobiografia, La nostalgia non è più quella d’un tempo è una lunga intervista il cui filo resta però totalmente nelle mani di Simone Signoret. Maurice Pons che l’ha curato, si occupa esclusivamente di raccogliere o rilanciare, ma senza mai interferire con l’andamento del racconto: l’infanzia a Neuilly-sur-Seine, la guerra, gli inizi come segretaria presso il collaborazionista Les Nouveaux Temps e il successo come attrice, e poi l’amore con Yves Montand e gli anni raggianti del Café de Flore, una vita pubblica che continuamente Simone Signoret è pronta a mettere in discussione con passione, ma anche con sguardo distaccato.

Quasi analiticamente, l’attrice ripercorre la propria esistenza coincidente con una buona parte della storia del Novecento: i suoi errori sono gli errori di una generazione e così le conquiste e i successi, così il loro conseguente fardello.
I suoi amici sono Jean-Paul Sartre, Louis Aragon, Pablo Picasso, Yves Allégret, Claude Jaeger, Henry-Georges Clouzot, Charles Trenet, Alberto Giacometti, Serge Reggiani e altri ancora. Sono il catalogo di un tempo tanto irripetibile quando ancor oggi vivo -basta aprire un libro, vedere un film o entrare in qualche museo.
Spostati, gente bizzarra, oggi si direbbe borderline, e poi emigranti italiani, esuli spagnoli o semplicemente turisti trasformatisi per sempre non in semplici parigini, ma in veri e propri pezzi fondanti di una città che non muore mai e loro con lei.

Il libro di Simone Signoret rimane ben lontano da qualsiasi confidenza privata, bellissime e intense sono le pagine dedicate a Yves Montand, ma anche in questo caso non si tratta di svelare un’intimità, ma piuttosto un carattere, quello di un amore straordinario e fortissimo e quello formidabile dell’autrice stessa: donna meravigliosamente libera e inquieta capace di vivere non al fianco e per un uomo, ma per se stessa e per il proprio amore prima di tutto.
Nessuna nostalgia, ma piuttosto stupore per la facilità con cui le cose sono a portata di mano, ma anche per la difficoltà con cui si è in grado di coglierle mentre stanno lì oltre la porta di un caffé come nel sorriso di un uomo o nel genio scombinato di un regista particolarmente scorbutico, o ancora in uno scrittore un po’ noioso e poco avvezzo alla pulizia, ma straordinariamente geniale nonostante ancora privo di un editore.

Qui si racconta di un tempo in cui al Café de Flore ci si andava perché si poteva pagare a credito e in cui allo stesso tavolino sedevano amici e camarades che avrebbero cambiato se non rivoluzionato molte cose con il proprio ingegno e la propria arte, ma che per il momento si davano tra di loro credito, molto credito e questo forse già spiega molto di quel tempo e di questo nostro così mostruosamente avaro e così perdutamente privo di anticonformismo.

Simone Signoret, La nostalgia non è più quella d’un tempo

a cura di Maurice Pons

traduzione di Vera Dridso

brossura, IX, 390 p.

1. ed.; – “Gli struzzi”, 224; – Einaudi, Torino 1980

edizione a oggi più recente: Einaudi, Torino 1987

collana diretta da Giulio Bollati di Saint Pierre

alla copertina: ritratto fotog. b/n dell’autrice

tit. orig.: La nostalgie n’est plus ce qu’elle etait

Giacomo Giossi / Mancanze / 2

Mancanze, di Giacomo Giossi. 1

Giacomo Giossi / Mancanze / 2

Mancanza non va ascritta al catalogo delle nostalgie, ma del disordine. La mancanza come fuori posto, o meglio fuori catalogo. Si racconta infatti di libri che non stanno più al loro posto come loro spetterebbe, di libri che dovrebbero stare tra le mani dei lettori o sugli scaffali delle librerie o delle biblioteche. Non si tratta di libri di cui è impossibile fare a meno (in fondo ce ne sono per davvero?), ma di libri la cui mancanza crea un vuoto pericoloso dentro al quale un pezzo alla volta rischiano di cadere altri libri e noi con loro. Quindi qui si perde tempo, perché è il modo migliore di prenderselo, e ci si carica di pazienza nella speranza che prima ancora che la pubblicazione o la voglia di acquistarli torni il desiderio per questi libri

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