Ruth Rendell, LETTERE MORTALI; di Giuliana Giulietti
•
Le Signore in giallo, a cura di Mariolina Bertini e Giuliana Giulietti
•
Esplorazioni, notazioni, avvisi, ragionamenti
sulla letteratura che in Italia si chiama gialla
•
•
Le signore in giallo, di Bertini / Giulietti
1.: Ruth Rendell, Lettere mortali
di Giuliana Giulietti
•
Mi hai spezzato il cuore. Ecco, ora l’ho scritto. Non perché tu legga queste parole, Minna, poiché questa lettera non verrà mai spedita, non si farà piccola e vizza al suono della vostra risata / Tu mi hai spezzato il cuore e hai scagliato la coppa di vino contro il muro….
Inizia così con queste parole d’amore e di rancore Lettere Mortali (From Doon with Death) il primo romanzo di Ruth Rendell scritto nel 1964, pubblicato nella collana “Gialli Mondadori” nel 1980, riproposto nel 1992 in uno dei volumi “Omnibus Gialli” dedicati alle indagini dell’ispettore Wexford nell’immaginaria cittadina del Sussex, Kingsmarkham, e ristampato da Fanucci nel 2005 con il titolo La morte nel cuore.
Originale nella trama, scritto con competenza ed eleganza, il libro che dà l’avvio alla fortunata carriera di Ruth Rendell nasce come tutti gli altri della sua vasta produzione (più di cinquanta romanzi compresi quelli scritti con lo pseudonimo di Barabara Vine) dal desiderio di sondare il lato oscuro dell’animo umano quello dove si annidano i mostri.
Tutti noi – afferma la scrittrice – per quanto normali all’apparenza abbiamo qualcosa di particolare di eccentrico di anomalo. Qualche compulsione o fissazione ed è questo che mi interessa esplorare. Da qui la cura con cui Ruth Rendell disegna la psicologia dei suoi personaggi: quella delle vittime e degli assassini ma anche quella dei poliziotti (è il caso della serie dedicata all’Ispettore Wexford) che sui delitti devono investigare…
In Lettere mortali l’ispettore capo Reginald Wexford e il suo braccio destro ispettore Michael Burden indagano sull’omicidio di Margaret Parsons una donna di trent’anni piuttosto scialba, rispettabile, religiosa, che un martedì qualunque scompare e due giorni dopo viene ritrovata strangolata in un bosco. Margaret Parsons non è stata violentata né derubata e del resto con sé non aveva che un borsellino (di cui nel bosco non c’è traccia) con qualche scellino e la chiave di casa. Chi poteva avercela con lei sino al punto di ucciderla? Non conoscevano nessuno a Kingsmarkham – racconta il marito Ronald Parsons. Lui e Margaret si erano trasferiti lì da appena sei mesi. Non avevano né parenti né amici. Conducevano un’esistenza modesta, appartata.
Le indagini vanno a rilento. Non un indizio non un movente. Poi una scoperta singolare. Nella soffitta dell’appartamento dei Parsons, Wexford e Burden trovano un grosso baule pieno di libri tra cui una pila di volumi in edizione di lusso finemente rilegati. L’Oxford book of Victorian Verse, Foglie d’erba di Whitman, le Poesie di Christina Rossetti. Sul risvolto di uno di essi una poesia scritta in stampatello: Se l’amore fosse una rosa/ e io una spina/ le nostre vite sarebbero cresciute insieme/ nella tristezza e nella felicità. E più sotto: Piuttosto sentimentale, Minna, ma tu sai cosa intendo. Buon compleanno, Minna. Con amore, Doon. 21 Marzo 1950.
Su ciascuno dei volumi una poesia e una dedica amorosa.
Ma chi sono Minna e Doon? E perché la signora Parsons il cui compleanno cade proprio il 21 di marzo teneva quei libri nascosti nella soffitta? Minna è forse il diminutivo Margaret? Incredibile – pensa Wexford che quella donna avesse potuto ispirare
una tale passione e dei versi.
Sono questi interrogativi e la precedente scoperta che nel Sussex Margaret c’era già stata quattordici anni prima e che proprio lì a Kingsmarkham aveva frequentato il collegio femminile a mettere Wexford e Burden sulla pista giusta. I due ispettori rintracciano la direttrice del collegio, alcune ex compagne di Margaret e un ex fidanzato che nega però di essere Doon la cui identità resta avvolta nel mistero. Ora come allora perché né le compagne del collegio né l’ex fidanzato hanno mai saputo chi fosse davvero Doon. Indizio dopo indizio, facendosi largo tra silenzi e menzogne – perché sempre nei gialli di Ruth Rendell c’è chi tace e chi mente – Wexford e Burden fanno luce sul passato della vittima e su quell’amore segreto (Margaret non parlava volentieri di Doon, affermano tutti i testimoni) sino alla stupefacente rivelazione finale di questo che è senz’altro uno dei gialli più belli che io abbia letto.
Poi ieri sera, Minna, ieri sera ti ho vista. Non in sogno, come spesso mi è accaduto, ma nella realtà. Ti ho seguita, cercando i gigli che tu calpestavi …ti ho guardata, ti ho sfiorato i capelli. Ma i tuoi occhi erano chiusi perché per te il sonno era stato più salutare delle mie parole, e allora ho saputo che era troppo tardi … per l’amore, troppo tardi per l’amicizia, troppo tardi per qualsiasi cosa tranne la morte..
Tradotta in 26 lingue, pluripremiata, insignita del titolo di Baronessa di Babergh e dal 1997 Pari d’Inghilterra per il partito laburista – un’esperienza che condivide con l’altra grande signora del giallo britannico e sua intima amica Phillys Dorothy James che siede però sui banchi dei conservatori – Lady Ruth non ha avuto in Italia il successo clamoroso raggiunto altrove.
Né di critica né di lettori. Forse perché lei tiene accuratamente fuori dalla narrazione tutto ciò che invece abbonda nei thriller di consumo: violenza fisica, sangue e altri dettagli macabri.
La crudeltà che spinge al crimine e che alberga in cuori feriti, in menti disturbate e perdute in solitarie ossessioni è narrata nei suoi romanzi attraverso la suspense e il mistero sì che di pagina in pagina il lettore avverte che qualcosa di malvagio o di cattivo sta per accadere.
Del resto- pensa la scrittrice – non è questa la condizione umana? Non siamo forse tutti appesi a un filo e sospesi sull’orlo di un abisso?
Tranne le riedizioni Fanucci (circa una dozzina e l’ultima risale al 2010) i suoi libri tra cui lo straordinario I giorni di Asta Westerby sono scomparsi dalle librerie.
Resta la speranza che qualche editore di buona volontà si decida a ripubblicarli con l’attenzione e la cura che la Baronessa di Babergh, scrittrice di vaglia, merita.
•
Le signore in giallo, di Bertini / Giulietti
1.: Ruth Rendell, Lettere mortali
di Giuliana Giulietti
•
•
si ringrazia