05: PETER HANDKE / Il peso del mondo
Peter Handke, IL PESO DEL MONDO. Guanda 1981. Prosa contemporanea 5.
Peter Handke, Il peso del mondo, Guanda, Milano 1981. 139 pp.; 20 cm x 12 cm; (Prosa contemporanea 5)
Titolo originale: Das Gewicht der Welt
Traduzione di Raoul Precht
Brossura con bandelle
Alla copertina: Carl Grossberg, Casa prefabbricata (particolare),1930 ca.
Stampa: gennaio 1981
Stampatore: Edigraf s.n.c. – Segrate (Mi)
Copyright 1977 by Residenz Verlag, Salzburg und Wien
© Ugo Guanda Editore S.p.A, via Daniele Manin 13, Milano, 1981
Lire: 7000
Copia in ottimo stato.
[M. M.]
Alla bandella di copertina:
Una nuvola vista dalla finestra, una nuvola vista in un film, una malattia, un incontro sulle scale di casa, un libro, una trasmissione televisiva, un raduno di persone illustri o ignote, una figlia: tutto è occasione e pretesto, nel Peter Handke di oggi, per trascrivere quasi medianicamente – o come in quel limite ambiguo che separa la veglia dal sonno – il proprio trasalire di fronte alle cose. Tutto ci ferisce, dice Handke, e nello stesso tempo tutto ci può esaltare, convertire, redimere: quasi che si trattasse non d’altro se non di fare il necessario silenzio in sé perché le cose tornino a parlare, perché tutto ri¬nasca.
Il peso del mondo è il più bel libro della seconda maniera di uno scrittore passato dalla ricerca sperimentale degli anni sessanta ad una nuova «avanguardia», quella che crede quasi fideisticamente nell’esistenza di un’«ora del vero sentire». Ma mentre nei romanzi questa fede si tramuta in un vettore ideologico che, scaricandosi tutto sulle spalle di un personaggio, finisce per appesantire il testo e la sua libertà, in questo diario tutto è chiaro fin dall’inizio. Ogni frase si tramuta in un’epifania, sembra che il procedere per «frasi» sia la forma addirittura consustanziale alla fede dell’autore.
È un procedimento che registra il «bello» e il «buono» senza che un qualche discorso ne ri¬sulti intralciato. Il «bello» e il «buono», tutto ciò che nasce per la seconda volta, sono li, a portata di mano; e ogni «aurora», ogni «rinascita degli dei», sono deputati precisamente a questo, a togliere al «mondo» il suo «peso», all’aforisma il suo alone sentenzioso, la pretesa di abbellire un racconto, e regalargli un estre¬mo senso.
Alla bandella della quarta di copertina:
Peter Handke è nato a Griffen (Austria) nel 1942 e attualmente vive a Salisburgo. Dopo avere compiuto studi di diritto a Graz si è dedicato interamente alla letteratura. Romanziere, poeta, drammaturgo e autore di testi per il cinema, Handke ha ricevuto nel 1973 il premio Büchner, massimo riconoscimento per gli scrittori contemporanei di lingua tedesca. Tra i suoi romanzi ricordiamo: L’ambulante (1967), Breve lettera del lungo addio (1972), L’ora del vero sentire (1975), La donna mancina (1976). Tra i testi teatrali: Kaspar (1967), La cavalcata sul Iago di Costanza (1971), Esseri irragionevoli in via di estinzione (1973). Il suo libro di versi più noto è II mondo interno dell’esterno dell’interno, pubblicato nel 1969. II peso del mondo, scritto tra il 1975 e il 1977, è uscito in Germania nel 1977.