L’ultimo APPUNTI. Congedo da L’Indice
Appunti nacque nel febbraio del 2008, su proposta di Camilla Valletti, allora caporedattrice qui all’Indice, che ne suggerì il nome e trovò la deliziosa illustrazione di Matticchio che da allora sbuffa e vigila su ciò che qui veniva scritto.
Si pensò di costruire un luogo dove mese dopo mese tentare di descrivere cosa accadesse nell’editoria italiana contemporanea che stava mutando irrimediabilmente.
Lehman Brothers era appena fallita, iniziava la crisi economica che ancora tarda a concludersi. Su Appunti di giugno di quell’anno si scriveva: “Lentamente le case editrici italiane dedicano attenzione ai propri siti”; i libri erano lontani, nella percezione del grande pubblico, dallo smaterializzarsi; il Kindle era stato lanciato solo l’anno prima; negli Stati Uniti, di lì a pochi anni sarebbero stati venduti più libri elettronici che cartacei.
A sei anni dall’apertura di questo spazietto si può dire che nell’editoria italiana sia cambiato tutto e insieme che lo stia facendo terribilmente lentamente, goffamente, quasi mai in modo elegante.
Scartabellando fra le quasi sessanta puntate emergono alcuni punti interessanti. La crisi ha diminuito per ogni soggetto dotato di potere d’acquisto –salvo i molto ricchi, naturalmente- la disponibilità economica. Questo ha portato a una riduzione delle spese e s’è scoperto che l’essere il libro una merce anti-ciclica non è più del tutto vero. Libri se ne comprano di meno. Ma non è forse la crisi ad aver inciso su questa diminuzione: si legge di meno. Forse molto più di quanto le statistiche di vendita riescano a rivelarci.
La lettura, lineare, compiuta su un libro cartaceo, per molto tempo e in modo continuativo è sempre più una delle tante modalità con le quali si accede a contenuti creativi e intellettuali. Che leggere fosse un po’ soffrire e che soffrire fosse la chiave per arrivare alla conoscenza era un po’ assunto come un dato di fatto –e ha prodotto fantastiche ribellioni; ora è semplicemente un’opinione incomprensibile ai più.
Le case editrici nell’immediato hanno tentato due strade: abbassare i prezzi, invadendo i banconi di prodotti a breve scadenza –ed è la strada percorsa dai grandi gruppi, chi più chi meno; provare a tenere i prezzi a un livello coerente col costo cercando di offrire di più dal punto di vista del progetto, della cura, dei materiali –la strada scelta dalle migliori piccole e medie. Contemporaneamente porte aperte, dai piccoli marchi come dai giganti, all’ingresso di un infinita quantità di scemenze confezionate come belle e interessanti.
Intanto si chiede di fare sempre più lavoro a sempre minor compenso a sempre meno persone, sempre affollata essendo la vasca di chi per lavorare in casa editrice pagherebbe, manco fossero attori e i libri film di Hollywood.
La qualità del prodotto non ne beneficia, i lettori guardano altrove in souplesse.
Sforndate da molte auspicate morti le case editrici piccole e medio piccole sembrano essere più attrezzate ai marosi che in questi anni ci hanno tutti tormentato, abbandonata l’idea che piccole volesse dire che poi sarebbero diventate grandi.
Gli ebook intanto si vendono si scaricano legalmente e illegalmente insomma si leggono, ma sono tutt’al più dei pdf un po’ più curati, ma pochissimo.
Laddove dovrebbe crescere il futuro bellissimo della lettura, fatto di ritmi sincopati fra modalità comunicative diverse, bivi continui, possibilità a ogni passo, langue un’occasione per ora persa.
Già moribonde nel 2008 le librerie sono finite. E l’invenzione di nuovi luoghi che le possano sostituire procede a lentezza esasperante, trovando il suo apice sinora nell’alleanza olfattivamente sgradevole del cibo col libro, celebrata nell’ultimo Salone di Torino.
E lettrici e lettori? Appunti in questi anni li ha visti oggetto di continui assalti, soprattutto mirati a demolirne una delle caratteristiche che era stata loro propria per qualche secolo: la solitudine.
Ostracizzata come non mai da qualunque venditore, sia esso un proprietario di un social network o un produttore di saponette, la solitudine è sradicata dallo statuto di lettore per annichilirne ogni residuo di indipendenza e disfunzionalità ai fini del guadagno.
Chi legge deve render conto, deve contribuire, deve condividere, deve esprimersi, deve sostenere, deve cedere gusti, opinioni, abitudini, idiosincrasie, senza che nulla gli venga dato in cambio.
Come i lemming di The Lemming with the Locket di Carl Barks chi legge corre verso un mare sconosciuto che potrà offrirgli cose meravigliose, a patto di perdersi. Chi qui scrive lascia la tastiera con cui ha scritto in questi anni Appunti e si unisce a loro.
Un saluto con la speranza di essere stato utile.
Grazie all’Indice per l’ospitalità.
(Appunti, che qui trascrivo in una versione ampliata e corredata di fotografie, è apparso mensilmente sulla rivista cartacea L’Indice dei Libri dal febbraio 2008; era uno spazio nel quale cercavo di dar conto di novità editoriali: nuove case editrici, nuove collane, innovazioni significative nella grafica o nei programmi.
Articolo apparso leggermente modificato su L’Indice dei Libri, n. 9 – XXXI, Settembre 2014.