IL BICCHIERE DI FELIX WHITE | Love song
Love song parade, 12
Filippo Marconi ha scritto nel suo blog Il bicchiere di Felix White una mirabolante recensione di Love song.
Marconi ha scritto per FN una recensione (Ogni giorno, di David Levithan) e altre ne scriverà. Quando gli chiesi di recensire Levithan speravo in uno sguardo intelligente, curioso e ironico e non sbagliai. Lo stesso sguardo, fregandosene d’ogni regola paludata che qui su FN in vigore, Marconi ha applicato a Love song -suggeriii alla casa editrice di mandarglielo sperando in questo.
La recensione è lunghissima, come Marconi usa sul suo blog,;ne estrapolo delle brevi parti, ma merita d’essere tutta letta. C’era un gioco fra di noi, Marconi avrebbe dovuto scrivere una recensione che m’avrebbe fatto innervosire, dove applicava il suo sguardo critico e sarcastico con particolare acume; ha fallito, io mi sono solo commosso, come s’addice.
Love Song, di Federico Novaro – recensione
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Il mio amico Federico Novaro, o meglio, collega, visto che questa volta cercheremo di essere professionali, e visto che ormai è diventato uno scrittore a tutti gli effetti (collaterali e non), se n’è uscito il 23 ottobre con un libro: “Love Song: storia di una matrimonio”.
Ma amico, collega, o amante che sia, nessuno scampa allo spietato cinismo critico di Felix White; neanche se costui, visto il sodalizio che ci lega professionalmente e amichevolmente da tempo, tenta di corrompermi inviandomi a casa una copia del suo manoscritto.
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Che siate uomo o donna, gay o etero, hipster o truzzi, non potete non conoscerlo: Federico Novaro, torinese, blogger, e adesso anche marito, si è fatto strada verso la notorietà grazie a un video che egli stesso pubblicò su Youtube, “Legalize Love”, nel quale, insieme al suo ormai-obsoleto-appellativo fidanzato, annunciava a tutto il mondo il suo matrimonio alle porte… di New York. Proprio perché in Italia non era e non è tuttora legale.
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se mi fossi imbattuto per caso nel libro, senza sapere di chi fosse, mi avrebbe spinto a prenderlo in mano? Mi avrebbe incuriosito? Sarebbe stata efficace, come copertina?
La risposta è sì: mi piace. Con lo sfondo rainbow gay-friendly che contrasta molto bene con il rosa antico di contorno al titolo, la copertina di “Love Song” riesce a colpire. […] Qualche punto se ne va però guardando la foto dell’autore; o meglio, quel che si può guardare. Perché si riscontrano evidenti difficoltà nel riconoscerlo, anche da parte mia, che pur non avendolo mai incontrato, so com’è fatto. Sì, carine le luci di Natale e il cappello di lana, ma il tizio nella foto può essere Federico Novaro tanto quanto il barbone che dorme sotto i portici di Piazza Maggiore.
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Se è vero che esistono libri per gli etero e libri per i gay, allora Love Song è un libro per gli etero; ma noi sappiamo che non esistono queste distinzioni, e il mio non è altro che un patetico tentativo di non fare di tutta l’erba un fascio.
Ma la verità sta nel mezzo. Un po’ lo credo, che “Love song” sia un libro per gli etero. Perché è scritto in un modo talmente genuino che un gay non potrebbe mai apprezzarlo tanto quanto un etero che per la prima volta si approccia al mondo della diversità: un gay si ritroverà nella maggior parte dei casi a rivivere le parole dell’autore, e per lui niente di tutto ciò sarà nuovo. Per questo, almeno io, ho apprezzato (termine che in questo caso non funziona più perfettamente) molto di più le vicende della tranquilla e poi tutto d’un tratto rocambolesca vita di Federico Novaro, piuttosto che gli excursus sociali in generale, su quello che deve affrontare un gay, sui suoi problemi, sui suoi sogni, sulle ingiustizie… perché è una cosa con la quale convivo giorno dopo giorno, nella quale sono dentro fino al collo e a cui penso ora dopo ora: giustificazione che non potrebbe ribattere un etero qualsiasi.
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Ho avuto qualche difficoltà a legare con il metodo usato dallo scrittore per dividere i capitoli. All’inizio mi ha fatto sbuffare, perché non ne capivo il senso e pensavo servisse solo a complicare le cose: invece, alla fine, mi sono ricreduto. Serve per non far perdere mai la concentrazione per più di cinque minuti, questo modo brusco e dinamico di spezzare la storia e dividerla in più parti.
Alla fine, è stata una trovata originale e divertente. Mi ha aiutato ad arrivare fino all’ultima pagina senza mai sbadigliare.
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Questo libro è un viaggio. Breve, intenso. È come prendere un autobus per arrivare all’altra parte della città. Un minuscolo caleidoscopio, , attraverso il quale puoi sbirciare nella vita di un comunissimo uomo gay e allo stesso tempo vederci dietro quella di un’intera generazione; certo, comunissimo, si fa per dire, ovviamente. Perché non tutti hanno avuto la fortuna che ha avuto l’autore di questo libro, nel far sentire più di una volta la propria voce.
Checché se ne dica, per me Federico Novaro ha contribuito alla storia dell’omosessualità italiana: in futuro, tra diecimila anni, quando sarà legale il matrimonio gay in Italia, e si riguarderà al passato, i nostri pronipoti si ricorderanno di come Federico e il suo marito dovettero volare fino a New York, per sposarsi, e furono tra i primi italiani a farlo; e i primi in assoluto a raccontarlo, a raccontare una storia, la loro, quella del loro amore, di fronte a milioni di telespettatori italiani.
E scusate se è poco. Ma questo è Federico Novaro.
E questo è anche Love Song.
[…]
Abbiamo bisogno di progresso, e non solo scientifico, non solo economico: civile, prima di tutto.
Federico Novaro è stato parte di questo progresso: gli è stata data l’opportunità di farsi sentire, e lui l’ha sfruttata come meglio ha creduto.
Quello che Love Song ha lasciato a me è stato una bella storia. Ma sono sicuro che a tante altre persone, lontane dalla concezione, dalle esperienze e dalla consapevolezza che condivido con Federico, ha lasciato di più, molto di più: sono convinto che questo libro, nel suo piccolo, avrà il suo posto nel mondo. O almeno, in Italia.
Federico ci ha donato il regalo più bello che avesse potuto fare più di qualsiasi video o apparizione. Io l’ho scartato, ho sorriso di gioia e l’ho ringraziato.
Ma ci sono persone, là fuori, a cui questo regalo ha cambiato la vita. Ne sono sicuro, d’altronde è il potere di un libro così: con uno pseudo-arcobaleno in copertina, le luci di Natale nella foto dell’autore, e il rosa.
Tanto rosa. […]”
Tutta la recensione è qui:
Love Song, di Federico Novaro – recensione