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Georges Simenon, MAIGRET PRIMA DI MAIGRET; di Mariolina Bertini

Le Signore in giallo, a cura di Mariolina Bertini e Giuliana Giulietti

Esplorazioni, notazioni, avvisi, ragionamenti

sulla letteratura che in Italia si chiama gialla

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Le signore in giallo, di Bertini / Giulietti

4.: Georges Simenon

di Mariolina Bertini

Maigret prima di Maigret

 

NORE_IN_GIALLO_NOVARO_3Non è la cosa più facile del mondo festeggiare la fine dell’anno con Maigret. I romanzi, ormai, li abbiamo letti e riletti così tante volte che i grossi volumoni nei quali li sta meritoriamente riunendo Adelphi non hanno più nulla di nuovo da offrirci.

Abbiamo persino riguardato in DVD i mitici sceneggiati con Gino Cervi che, nonostante la loro micidiale lentezza, serbano intatti per chi li vide in giovinezza il loro fascino casalingo; nemmeno il partito preso degli scenografi, ben determinati a sostituire alle strette scale in legno delle case parigine anonimi scaloni da condominio milanese, è mai riuscito a guastarci il sapore di quelle trasposizioni fortemente teatrali, nelle quali si affacciavano a volte, in ruoli minori, attori del calibro di Sergio Tofano.

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Qualche cosa da scoprire rimane nei due volumi di racconti ospitati dalla collana gialla adelphiana (La Locanda degli Annegati e altri racconti e Assassinio all’Étoile du Nord e altri racconti, entrambi del 2013).

Non che si tratti di testi inediti, nemmeno in italiano; ma la minor fortuna della narrativa breve li ha mantenuti un po’ al margine del canone maigrettiano, e riservano a chi li abbia trascurati splendide sorprese.

Concentrando l’intreccio in un numero più ristretto di pagine, Simenon riduce un po’ il numero dei personaggi e accelera il cammino di Maigret verso la soluzione del mistero, ma non sacrifica nulla dell’atmosfera, della caratterizzazione fulminea dei personaggi minori, dei particolari quotidiani che sono la cifra del suo realismo non didattico né ideologico.

Il piacere del lettore dunque, che è sempre quello di seguire Maigret nella sua immersione totale in un ambiente colto in quel che ha di più specifico, resta intatto: la pensione di famiglia di Dieppe nella quale si svolge Tempesta sulla Manica, con il suo salottino squallido dove il commissario, bloccato dal maltempo, non ha altre risorse che dedicarsi alla lettura di un articolo sulle abitudini dei topi di campagna, ha lo stesso magico rilievo dei bar-tabacchi parigini e delle portinerie dei romanzi più celebri, la stessa credibilità raggiunta con pochi, felicissimi tocchi d’impeccabile perfezione.

Datate entrambe del 1944, queste due raccolte, con i loro sfondi molto vari, ci offrono inoltre una sorta di album d’immagini della Francia di allora; immagini dalla precisione balzachiana ottenute con straordinaria sobrietà di mezzi, che si tratti di portarci nella dimora fuori del tempo di un notaio di provincia, o in un miserabile albergo del quartiere più buio di Parigi, quello della Gare du Nord.

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E dato che tutto quel che concerne Maigret ci interessa, ai due volumi di racconti possiamo aggiungere un saggio del 1992 che è però una novità per l’Italia: La vera nascita di Maigret, di Francis Lacassin, da poco uscito presso Medusa con una brillante introduzione di Luana Salvarani.

Lacassin (1931-2008) è stato il massimo studioso francese di letteratura popolare: dai crimini di Fantomas alle indagini di Rouletabille, dai feuilletons  ottocenteschi alle inchieste di Nestor Burma, le sue competenze sulla narrativa d’avventura in tutte le sue varianti erano ineguagliabili.

È la sua erudizione in questo campo a permettergli di far luce su un mistero molto intrigante: perché Simenon raccontò in più occasioni di avere inventato Maigret in un piccolo porto olandese, nel 1929, quando a quella data aveva già pubblicato, sotto vari pseudonimi, quattro avventure del corpulento commissario?

La spiegazione chiama in causa gli sforzi di Simenon per liberarsi proprio dell’eredità del feuilleton, troppo presente con il suo manicheismo e le sue melodrammatiche inverosimiglianze in quei testi d’esordio.

Dalla sua lunga frequentazione di personaggi immaginari e autori dalla fantasia inesauribile, Lacassin ha tratto un gran gusto della narrazione, uno stile saggistico lontano mille miglia dalla pedanteria dei teorici della paraletteratura: nel suo libro ci si può immergere con vero piacere, sulle tracce, se non di un’avventura di Maigret, almeno di un’avventura di Simenon ricca di particolari curiosi e di risvolti interessanti.

E nessuno ci vieta di sognare che Adelphi -che già ha pubblicato, dal corpus della produzione giovanile simenoniana, La pazza di Itteville– ci permetta un giorno di conoscere direttamente i quattro Maigret “rinnegati” dal loro creatore:

Treno di notte, La ragazza con le perle, La donna rossa e La casa dell’inquietudine.

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Le signore in giallo, di Bertini / Giulietti

4.: Georges Simenon

Maigret prima di Maigret

di Mariolina Bertini

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si ringrazia

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