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Il camino della casa di Bardonecchia (To), in montagna. Questa bella fotografia deve essere opera mia. Mi regalarono una piccola macchina fotografica un giorno, quasi un giocattolo, si poteva solo scattare, mi piacerebbe averla ancora.
Mio padre aveva invece una Rollei, che era tutta la mia invidia. Poi mi fu regala una strana macchinetta sottile sottile, che ho ancora, che anche lei si poteva solo far scattare.
Mi piaceva perché era un po’ da agente segreto, così sottile, e insieme molto elegante. Per i 18 anni chiesi una Mamyia, una macchina fantastica, che ho usato per almeno 15 anni.
Negli anni ’90 decisi di provare a fare il fotografo sul serio, ci investii molto, arrivai a fare delle mostre, la prima al Diaframma di Milano, galleria importante, e poi delle personali. Ma presto arrivarono i 30 anni, e non avevo venduto un solo pezzo; mi ero trasferito a Parigi, e iniziava ad avvolgermi l’ala della depressione. Smisi, e non fotografai più.
Sino all’anno scorso, ma da dilettante, con una piccola Canon Ixus 7.0, che mi ricorda le macchine che avevo da piccolo.
Mi piaceva molto quella candela -ne veniva comprata una ogni anno, a Natale; accesa sembrava di marmo.