FANNY LA CUSTODE. 200 anni di MANSFIELD PARK (2 di 5)
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200 anni di Mansfield Park, di Giuliana Giulietti
Fanny la custode
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Nei romanzi di Jane Austen incontriamo madri sciocche e inconcludenti (Lady Bertram è una di loro), talvolta d’animo volgare (Mrs Bennet, Orgoglio e Pregiudizio) o sciatte e lamentose (Mrs Price, Mansfield Park) e dunque incapaci di essere per le figlie una guida e un sostegno. Le cose non vanno meglio con i padri che la scrittrice raffigura privi di principi e di forza morale (Mr Bennet, Orgoglio e Pregiudizio, Sir Walter Elliot, Persuasione) dolcemente inerti e ipocondriaci (Mr Woodhouse, Emma) o fannulloni e irresponsabili (Mr Price, Mansfield Park).
Ciò che in queste madri e in questi padri traballa e fa problema è l’autorità, ossia quel principio che Jane Austen riteneva indispensabile al buon andamento delle relazioni umane, di cui conosceva l’energia benefica e rassicurante ma anche la fragilità, gli errori, gli abusi e l’autorità – incarnata in Sir Thomas Bertram – ed è uno dei grandi temi di Mansfield Park.
Sir Thomas è un padre degno di rispetto, ma neppure lui sfugge al giudizio di Austen. Pur con tutte le sue convinzioni morali e il suo buon senso, Sir Thomas viene meno al suo ruolo di guida, di educatore, di consigliere. Con i figli sbaglia tutto. Non capisce le loro reali inclinazioni e non vede la catastrofe cui vanno incontro. Priva di una autentica e tenera comprensione, talvolta repressiva e inflessibile, l’autorità di Sir Thomas fallisce e si confonde con il potere così come i suoi principi si confondono con la mondanità e il prestigio personale. La sua assenza da casa per circa due anni – un’assenza che non a caso coincide con l’arrivo dei Crawford – e il vuoto di autorità che ne consegue fanno precipitare Mansfield nel caos e nessuno è in grado di arrestarne la quasi rovina.
Non l’indolente e svagata Lady Bertram e ancora meno l’avida e maligna Mrs Norris alla quale Sir Bertram ha imprudentemente affidato le figlie.
Generatrice di disordine, rancori e sfiducia, Mrs Norris è la negazione stessa dell’autorità e perverte quella di cui si sente investita in un rozzo strumento di dominio che usa per perseguitare Fanny e darsi un’importanza che non ha.
Mrs Norris odia Fanny e stravede per Maria e Julia. Con l’indulgenza e l’adulazione ne incoraggia la vanità, l’egoismo, l’ambizione ( in particolare quella di Maria ed è lei a combinare il disastroso matrimonio della nipote con il ridicolo e ricco Mr Rushworth) e contribuisce in modo decisivo a metterle su una brutta strada.
La stessa percorsa da Tom che sperpera la giovinezza e il denaro nelle corse, nel gioco, in feste e bevute.
Edmund è invece un giovane serio, affettuoso, di nobili principi, ma le lusinghe e lo sfavillio degli occhi neri di Mary Crawford gli ottenebrano la vista e la ragione. L’unica a non farsi abbindolare da Mary e Henry Crawford e a vederli per ciò che realmente sono – due creature mondane e superficiali che si divertono a giocare con i sentimenti altrui e le cui menti sono corrotte dal mondo amorale e alla moda di Londra – è Fanny Price.
Solo lei vede con chiarezza quel che accade nel gruppo dei giovani – il disprezzo di Maria per il fidanzato Mr Rushworth, la sua intensa passione per Henry Crawford che con cinismo e per puro divertimento corteggia sia lei che Julia; la gelosia che mette l’una contro l’altra le sorelle Bertram; la complicità di Mary con i maneggi del fratello e la mancanza di un vero affetto per Maria e Julia; la debolezza e la cecità di Edmund.
Dal giorno della gita a Sotherton (la vasta proprietà di Mr Rushworth) alla rappresentazione teatrale a Mansfield Park, le cose non fanno che precipitare.
In presenza dello zio una simile situazione non si sarebbe mai creata – pensa Fanny. Con il suo tenersi in disparte e la sua rettitudine lei si mantiene fedele ai principi che le sono stati trasmessi da Sir Thomas e da Edmund e non per mera sottomissione.
Secondo la mia interpretazione del testo della Austen, Fanny agisce così perché ha innato il senso dell’autorità e sa anche che l’autorità può sbagliare e che ad essa ci si può ribellare nel caso lo si ritenga giusto e opportuno. Ed è quello che fa quando Sir Thomas cerca di costringerla (con le buone maniere ovviamente) ad accettare la proposta di matrimonio di Henry Crawford. Ma Fanny, a differenza dello zio, sa perfettamente chi è Mr Crawford, non ne ha alcuna stima non vuole e non può sposarlo. Il suo cuore è da sempre di Edmund. Pur trovandosi in un grande imbarazzo e non potendo spiegare le sue ragioni (tradirebbe le cugine e se stessa ) e tremando dalla testa ai piedi Fanny si ribella, dice no.
Durante la recita a Mansfield tutte e tutti (Maria, Julia, Tom, Edmund, Mary, Harry, Mr. Yates e Mrs. Norris ) si agitano in mezzo a disaccordi, inganni, gelosie, capricci e ripicche. Soltanto Fanny resta immobile e quieta. In assenza dello zio, abbandonata da Edmund, osteggiata dalla zia Norris e non potendo contare sull’appoggio di Lady Bertram, Fanny Price sorregge da sola, con la sua ferma decisione di non recitare, quell’edificio di valori simbolici che è Mansfield Park.