ONE SHOT SUR
SUR
Cartoline dal Salone 2015. 1
SUR, la cui separazione
-quando?
l’anno scorso?
quello prima?-
con gran chiasso
da Minimum Fax
(ne era nata come costola)
era sottolineato
quest’anno,
dagli sguardi divertiti
da uno stand all’altro,
dirimpettai,
secondo l’ironia di chi
-o del caso-
aveva stabilito le assegnazioni
degli spazi al Salone,
SUR, dicevo,
fa un doppio salto mortale.
Le copertine -di
Riccardo Falcinelli-
deliziosamente anni ’70,
feltrinelliane d’antan, zeppe d’echi di
una grafica molto cinematografica,
-in quegl’anni i titoli di testi
furono fucina e palestra
di straordinari talenti-
le copertine di Falcinelli, dicevo,
riuscirono nell’intento
fondamentale per una
collana -o marchio
indipendente, come si volle-
che riproponeva
una letteratura -quella latino-americana- che in Italia
sembrava diventata un po’ laterale,
ancor più dentro una casa editrice
che dell’America s’occupava sì ma di quella di sopra,
riuscirono, dicevo, a farsi subito vedere, trovare, riconoscere,
pervicacemente coerenti l’una all’altra
e coi colori caldi delle papaie e dei manghi
e senza la sovracoperta ma rilegati, come s’usava
quando quella letteratura andava felicemente di moda;
mo’, dicevo,
la SUR,
da costola divenuta a sé stante,
salta e capitombola e se da applauso o meno
si vedrà in autunno.
Apre infatti una collana di letteratura
dell’America,
di quella di sopra.
Big Sur (Big non credo perché
più grandi ma in riferimento
forse a Big Sur di Kerouac?; è anche un’agenzia di comunicazione, Big Sur,
ma è un’omonimia direi)
E, virata a U che più non ce n’è
Falcinelli per Big Sur
fa gli one-shot
-tutti uno diverso
dall’altro insomma.
Se non si giudica (ah no?)
un libro da una copertina,
certo non si giudicano delle copertine
da una figurinetta sul retro
di un catalogo,
perciò mi taccio
scriverò una cartolina dalla Fiera di Roma,
con gli auguri di Natale,
intanto stiam contenti.
Un saluto
dal Salone,
A presto, FN
(e un saluto al Salone, grazie)