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Cybernetics / Pietro Grandi

Futureworld 

di Pietro Grandi

35. Cybernetics

Norbert Wiener, “Cybernetics: Or Control and Communication in the Animal and the Machine”, The MIT Press, 1948.

La società può essere compresa soltanto attraverso lo studio dei messaggi e dei mezzi di comunicazione relativi ad essi; […] Nello sviluppo futuro […] i messaggi fra l’uomo e le macchine, fra le macchine e l’uomo, e fra macchine e macchine sono destinati ad avere una parte sempre più importante.” 

(Norbert Wiener)

Controllo, matematica e filosofia, connessione tra uomo e macchina. Questo fu il campo di studio di Norbert Wiener, che creò insieme a Von Neumann e Shannon una nuova disciplina, la “cibernetica”, che consiste nel lo studio del controllo e della comunicazione nell’animale e nella macchina. Grazie all’incontro con il neurofisiologo Rosenblueth, avvenuto nel 1932, Wiener si appassionò al mondo della comunicazione e dell’interazione uomo-macchina.

Grazie alla sua formazione filosofica, egli intuì i cambiamenti che le innovazioni tecnologiche avrebbero portato nelle nostre vite, percependo i nuovi pericoli derivanti da una società intrisa di tecnologia. Proprio durante la seconda guerra mondiale, fu uno dei più importanti esperti di computer elettronici e di sistemi previsionali per il tiro antiaereo a feedback, guidati da radar e controllati da computer analogici e digitali.

In questo libro Wiener ci racconta quanto l’architettura di un computer e di un cervello umano potessero essere molto differenti, ma al tempo stesso quanto fosse simile il loro sistema di elaborazione dell’informazione. Il cervello era dunque considerabile come un archetipo del computer, e di conseguenza quest’ultimo avrebbe controllato nel futuro i processi produttivi, dando luogo ad una nuova rivoluzione industriale che avrebbe provocato disoccupazione e mutamenti sociali. La cibernetica delineò il nuovo studio delle telecomunicazioni, non solo legato alla radio, al telefono e al giradischi, ma anche ai meccanismi automatici, ai sistemi di calcolo analogico-digitali, analogamente ai processi di trasmissione del cervello.

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[Intento di FN è stato, da subito, quello di costruire archivi; dei fondachi di materiali che trasportassero in rete quel che la rete fa sparire: la carta. C’è una separazione radicale e mal segnata fra il cartaceo e il virtuale. In rete se si cerca la carta non la si trova, si trovano le parole che la carta portava su di sè, ma niente che ci dica dove fossero quelle parole, che aspetto avesse l’oggetto che le conteneva. Chi volesse studiare ora editoria in rete trova ben poco, se non parole, che non bastano. Questa nuova serie, Futureworld, a cura di Pietro Grandi, interpreta al meglio quell’intento che FN insegue da sempre. (N.d.D.) ]

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