CHASINGTHEQUEEN | Love song
Love song parade, 10
Con colpevolissimo ritardo segnalo il post apparso il 20 ottobre, 3 giorni prima che Love song uscisse nelle librerie, sull’adorabile blog di Francesca Pellas, Chasing the queen.
Nel segnalare la prossima uscita del libro Pellas ricorda che fu lei, prima che Stefano ed io andassimo a Sanremo, ma subito dopo la messa on-line del video che è all’origine di Love song, a farci la nostra prima intervista, su Vanity fair.
Ne riprendo qui dei brani, fu molto bello rilasciare quell’intervista.
(la foto qui sotto è di Francesca Pellas)
Federico Novaro, Love Song
«Io sono nato nel 1965, sono un maschio, mi piacciono i maschi (i maschi sono tremendi, naturalmente, come tutti sappiamo, ma a me, come a molte femmine e a molti maschi, è capitato in sorte di voler fare sesso con loro, di amare loro, di ridere giocare scherzare con loro -non sto dicendo: fatevene una ragione; sto dicendo: siate felici per me poiché posso amare ciò che desidero-), negli anni Settanta diventavo adolescente, negli Ottanta ero quasi grande. Pensate a tutto quello che è successo in quegli anni. Fra peace and love, pink power e post-punk. Com’era possibile che io volessi sposarmi? Il matrimonio è il male!, continua a ripetermi il me stesso di allora. Cosa c’entra la libertà con il matrimonio?»
febbraio
2013
Stefano e Federico, un video per ‘legalizzare l’amore’
“[…] La domanda che più mi piace fare (a tutti: gente fidanzata, sposata, o anche a due amici) è: «Come vi siete conosciuti?»
Non c’è persona che, conoscendo me, non se lo sia sentito chiedere. Questo perché nutro la segreta convinzione che chiunque abbia una storia da raccontare, anche -e forse soprattutto- chi crede di no. Tutto sta in come la si racconta, nelle parole che si scelgono, nei dettagli che uno decide di evidenziare.
Ci sono però storie che emozionano più di altre, e quella di di cui sto per dirvi è una di queste.
Stefano e Federico si sono conosciuti durante un’«occasione pubblica», rivisti a una festa, scambiati i numeri, e hanno iniziato a frequentarsi. Prima un film (brutto), poi un aperitivo (buono), e al terzo appuntamento un museo, a vedere una mostra proposta da Federico («Gli telefono per invitarlo: ci sono Shirin Neshat e Tillmans, dico – Non vedo l’ora di andare, dice») e che Stefano si dichiarò appunto impaziente di vedere, anche se: «Mentivo. C’ero già stato».
Ne avrete già letto o sentito parlare, perché il loro video (che prende spunto dalla campagna Legalize Love e dal discorso inaugurale del secondo mandato di Obama) è stato ripreso prima da Repubblica, poi dall’Huffington Post italiano, poi da La Stampa e infine anche da Huffington Post USA.
[…]
Perché avete scelto New York e non, per esempio, uno dei paesi europei dove esiste già una legge per i matrimoni gay? C’è qualcosa di particolare che vi lega a quella città?
Una ragione pratica e una ragione romantica: a New York è possibile sposarsi anche se nessuno dei due è residente nello Stato, mentre nei paesi europei non è così. Non potendo sposarci a casa, dove viviamo e con le persone che amiamo, c’è forse una città migliore? C’è forse una città che, più di New York, ci permetterà di vedere e rivedere in tv, al cinema, sempre e per sempre il posto in cui ci siamo sposati?
[…]
Come si riconosce un grande amore quando lo si incontra?
Quando il sentimento d’attrazione si intreccia in maniera inestricabile con lo spavento; quando capisci che la persona che hai davanti ti è, da quell’istante, necessaria, e insieme realizzi che potrai perderla, e che tu potrai perderti. […]”
Stefano e Federico, un video per ‘legalizzare l’amore’