01: WERNER HERZOG / Sentieri nel ghiaccio. Guanda, 1980.
Werner Herzog, Sentieri nel ghiaccio, Guanda, Milano 1980. 77 p.; 20 cm x 12 cm; (Prosa contemporanea 1)
Titolo originale: Vom Gehen im Eis
Traduzione di Anna Maria Carpi
Brossura con bandelle
Alla copertina: Caspar David Friedrich, Il naufragio della “Speranza” nei ghiacci (particolare), 1821.
Stampa: settembre 1980
Stampatore: Edigraf s.n.c. – Segrate (Mi)
Copyright 1978 by Carl Hanser Verlag München Wien
Random House, New York
© 1980 Ugo Guanda Editore S.p.A, via Daniele Manin 13, Milano
Lire: illeggibile (forse 5.500)
Copia in ottimo stato.
Alla bandella di copertina:
Ciò che rende singolare questo viaggio, compiuto da Herzog nell’inverno del 1974 da Monaco a Parigi, attraverso strade, boschi e paesi spazzati da temporali e bufere di neve, sono le circostanze e i modi in cui esso si realizza, certo insoliti per un uomo del nostro tempo, ma non per questo meno suggestivi: il protagonista viaggia solo, a piedi. Con sé ha un quaderno su cui annota, giorno per giorno, le minime vicende che accompagnano la sua «eccentrica» esperienza di solitudine e di fatica.
Nel bianco e nero invernale si alternano plaghe deserte e centri abitati nei quali è difficile distinguere ciò che è vivo da ciò che è morto, i volti umani dai rottami di una civiltà che subito distrugge quel che produce. Lo sparuto viandante avanza col sentimento di un’apocalisse incombente, ma è pronto a captare le suggestioni offerte da una natura che, nonostante tutto, sopravvive, trascinando il lettore fuori dello spazio e del tempo.
Il racconto è dunque un riflesso, tra l’arcaico e il grottesco, di questo incontro-scontro con la natura, ancora una volta madre e matrigna, realtà ora spaventevole ora consolatoria. E i «sentieri» sono perciò una metafora oltre la quale si deve cogliere il senso della sfida che l’autore lancia a se stesso, per ritrovarsi. Alla fine, si emerge dalla lettura come da un incantesimo. Non è solo il motivo del viaggio (pure così carico di tradizioni nella moderna cultura tedesca, e non solo tedesca) ad affascinarci, ma la curiosa interpretazione che Herzog ne offre, divisa tra gli echi di una malinconia tipicamente romantica e le laceranti ossessioni proprie di certe pagine espressioniste.
Alla bandella della quarta di copertina:
Werner Herzog (pseudonimo di Werner Stipetič) è nato a Monaco nel 1942. Autodidatta, ha soggiornato negli U.S.A., in Grecia e in Africa. Attualmente risiede a Monaco. Il suo primo cortometraggio è del 1962. Da allora ha girato e prodotto in proprio una ventina di film e documentari, tra cui L’enigma di Kaspar Hauser (1974), La ballata di Stroszek (1977), Nosferatu e Woyzeck (1978). Con Fassbinder, Wenders e Kluge è tra i registi di punta del giovane cinema tedesco. Sentieri nel ghiaccio (1978), che ha segnato l’esordio di Herzog come scrittore, ha ottenuto il premio «Rauris opera prima» di Salisburgo.